Quante generazioni abbiamo in azienda?
All’interno delle aziende si possono contare oggi fino a 5 diverse generazioni. Più comunemente, ne troviamo 4: Baby Boomers, Generazione X, Millennials e Generazione Z.
Ognuna di queste generazioni porta con sé una visione e un approccio diverso al mondo del lavoro, insieme a bisogni e necessità differenti.
Si tratta di una coesistenza particolare che necessita di grande attenzione e che nasce in relazione a due fenomeni specifici: Longevità e People Scarcity.
Una questione di Longevità
L’invecchiamento della popolazione e l’aspettativa di vita sempre più alta – ora in Italia sugli 84 anni circa – portano il tema della Longevità professionale ad assumere oggi una rilevanza fondamentale. Si invecchia in modo diverso dal passato, spesso in condizioni di salute migliori. Le persone, e quindi intere generazioni, rimangono quindi attive e motivate a contribuire alla comunità sociale e aziendale per molto più tempo. Motivazione dettata anche da un’età pensionistica sempre più avanzata. Ci troviamo infatti immersi in una serie di provvedimenti previdenziali, in continuo cambiamento, che puntano ad allungare la permanenza delle persone in azienda.
La tematica della People Scarcity
L’allungamento dell’età lavorativa si intreccia poi con il fenomeno della People Scarcity, cioè dalla mancanza del personale necessario per soddisfare il fabbisogno del mondo lavorativo.
Questa mancanza è dovuta da un lato sempre ai fenomeni demografici: oltre all’aspettativa di vita sempre più alta, ci troviamo di fronte a una forte denatalità. Unite, queste tendenze porteranno ad avere più persone in uscita dal mondo del lavoro rispetto a quelle in entrata. Da qui, la necessità di mantenere i lavoratori più a lungo all’interno del sistema lavorativo, anche oltre la pensione.
A fianco dei fenomeni demografici, troviamo poi il mismatch delle competenze. Parliamo dell’incongruenza tra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute dai lavoratori. E si tratta di un fenomeno talmente esteso che le aziende dichiarano di avere difficoltà a reperire circa 1 profilo su 2.
Per far fronte a questa criticità, le imprese sono portate a ricercare, assumere e trattenere sempre più le generazioni senior. In particolare, ricercano i cosiddetti Longennials: i senior dalla grande competenza ed esperienza.
Questa popolazione gode quindi oggi di grandi opportunità lavorative, vantando una nuova valorizzazione della propria professionalità. Questa alta occupabilità dei senior è però sempre legata al mantenimento delle proprie competenze in linea con la veloce evoluzione del mercato.
Non solo senior, anche i giovani hanno ampio spazio di manovra
La People Scarcity, dove per il mismatch delle competenze favorisce i senior, andrà ad avvantaggiare anche i “pochi” giovani. Questi avranno infatti a disposizione ampia scelta lavorativa. Nel mentre, le aziende, sempre più in cerca di personale, saranno obbligate ad ascoltare le richieste dei nuovi lavoratori per riuscire ad attirare i talenti. Inoltre, dovranno agevolare nuove modalità per incrementare il dialogo generazionale, fonte di valore per l’organizzazione.
Prospettive future: una situazione destinata a perdurare
Le motivazioni espresse fino ad ora mostrano una fotografia che si presta a durare nel tempo. Le stime pensionistiche odierne pronosticano per le nuove generazioni il raggiungimento della pensione oltre i 70 anni di età. Ciò vuol dire che, con l’ingresso nel mondo del lavoro fermo in media tra i 18 e i 25 anni, l’idea di avere così tante popolazioni in azienda non sarà qualcosa di passeggero.
Solo un’inversione dei trend demografici o la riduzione della necessità di personale potrebbero cambiare questa situazione. E dove si potrebbe pensare che l’intelligenza artificiale andrà a ridurre l’occupazione, gli ultimi dati del World Economic Forum sono di tutt’altro avviso. Secondo il Future of Jobs Report 2025, l’intelligenza artificiale porterà a un netto positivo di 78milioni di nuovi posti di lavoro a livello globale.
Bisogna allora prepararsi a gestire la presenza in azienda di un gran numero di generazioni diverse. E farlo in costante ottica evolutiva, considerando come ogni generazione sarà sempre diversa dalle precedenti e proprio per questo portatrice di cambiamento e innovazione.