Uno sguardo all’occupazione passata
Per comprendere come andrà il 2025, dobbiamo considerare la situazione molto florida del mercato del lavoro italiano degli ultimi anni. In Italia, non solo l’occupazione non è mai stata così alta, al 62,5%, ma è dal 2022 che si susseguono record occupazionali.*
Stiamo quindi vivendo un periodo storico molto positivo, rispetto al quale bisogna chiedersi: questa crescita è destinata a continuare? Per dare una risposta, l’Osservatorio del Mercato del Lavoro di INTOO ha incrociato i dati sull’occupazione con altri due fattori: PIL e Mercato del Lavoro.
PIL e occupazione, un legame indissolubile?
Così come l’occupazione, anche il PIL è incrementato negli ultimi anni, portando l’Italia a essere l’economia con il ritmo più elevato di crescita tra le quattro maggiori dell’Unione Europea.*
Fino al 2023, dopo il periodo del covid, parliamo infatti di aumenti annuali a due cifre*. Nel 2024, però, nonostante un aumento dei lavoratori attivi nel mercato, anche le previsioni più pessimistiche sono state disattese. La percentuale di crescita del PIL si è infatti attestata su uno scarno e inaspettato 0.5%**.
I più ottimisti prevedono per il 2025 un +0.8%, ma dopo i risultati dello scorso anno si è tutti più cauti.**
La situazione geopolitica mondiale sempre più complessa, pensando anche solo alla nuova linea di governo statunitense, non porta con sé infatti grandi speranze. Il 2024 ha dimostrato comunque come PIL e occupazione possano seguire linee diverse. Bisogna però chiedersi quali siano le cause di questa discrepanza e se potrà durare nel tempo.
Il campanello d’allarme dell’industria
A dicembre 2024 la produzione industriale italiana è scesa del 7,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con una tendenza negativa che dura da 23 mesi.***
Vi è stato un consistente crollo del settore dei mezzi di trasporto, nel settore tessile e abbigliamento, e nella metallurgica. Infine, l’automotive ha perso in un anno il 43% delle vendite. In maniera minore, ma comunque preoccupante, anche le contrazioni del chimico farmaceutico e le produzioni di macchinari e del legno.****
Il comparto energetico e delle estrazioni risulta invece ampliamente in crescita, mettendo in luce in questo modo uno dei principali problemi del settore. Gli elevatissimi costi energetici mettono infatti in grande stress tutti i costi delle filiere produttive. Queste criticità industriali sono state però ampiamente coperte dai servizi, il vero traino dell’occupazione italiana. Le filiere del commercio e del turismo, in generale dell’hospitality, sono quelle che hanno infatti contribuito maggiormente alla ricchezza e occupazione del Paese. Ciononostante, la crisi dell’industria si è riversata in toto sul fattore PIL.
La fotografia attuale
La tendenza sembra essere quella appena descritta: dove l’industria è in crisi, tolto l’ambito energetico, i servizi godono di un momento molto prospero. Commercio, hospitality e tutta la filiera alimentare, insieme al settore trasporto, avranno grandi opportunità di crescita. Nel mentre, il settore finanziario punta all’innovazione continua, andando a incidere, insieme al mondo della cybersicurezza, su tutte le filiere IT. In generale, però, tutti i settori si stanno adeguando alle nuove tecnologie, generando grande fermento attorno all’universo AI.
Le aziende si trovano così a dover affrontare cambiamenti e trasformazioni continue che portano a un interessante movimento in tema occupazione. E non solo rispetto a professioni e competenze tecniche, ma anche in ottica di ruoli trasversali e soft skills. A conferma di questa dinamicità, gennaio 2025 ha portato con sé un nuovo record di ricerche di professionisti.
Cosa aspettarsi allora dal 2025?
Dobbiamo sempre ricordarci che ci troviamo ancora in regime di PNRR. Sino a oggi l’Italia ne ha “incassato” attorno al 70%, lasciando circa 60 miliardi di euro di investimenti da fare tra 2025 e 2026.*****
Investimenti che potranno andare a sostenere i settori più in crisi oppure accelerare la crescita di quelli più prosperi.
Ciononostante, per il 2025 l’Osservatorio di INTOO prevede per l’occupazione, e in generale per il mercato del lavoro, dei mesi in altalena. Si passerà infatti da momenti di grande slancio, come questo gennaio, ad altri molto più assopiti. Il tutto, come riflesso dei continui cambiamenti della politica economico/sociale, come le minacce di dazi esteri, l’aumento delle spese sulla difesa e il costo sempre maggiorato dell’energia.
*Dati Istat
**Dati UPB (Ufficio Parlamentare di Bilancio)
***Sole24Ore da dati Istat
****Dati ANFIA
*****Dati Governo italiano